sabato 10 novembre 2012

Correre, correre, correre e gridare

Correre, correre, correre e gridare contro il vento!
Un vento che ci sfregia il viso ma che ci è conforto nel buio di una notta senza Luna.
Correre, gridare, sorridere e ridere convulsamente.
Non fermarsi, MAI, per nessun motivo al mondo
perchè fermarsi vorrebbe dire dare spazio ad un silenzio che ci è assordante , ad una consapevolezza che è insopportabile.
Nulla ha senso, poichè nulla è duraturo e stabile.
Un giorno possiamo amare, sorridere e gioire
e il giorno dopo il nostro cielo
può essere privato delle stelle che un tempo illuminavano il nostro sentiero.
Piomberemmo nel buio.
Stenderemmo le mani dinnanzi a noi nella vana speranza che qualcuno si aggrappi alle nostre lattee dita guidandoci nell'unico luogo dove ancora uno spiraglio di luce timidamente illumina qualcosa.
Una Terra lontana, che giunge alle nostre orecchie
tramandata da popoli antichi.
Una Terra feconda di significati, che non nutre con il fiele e che è ancora popolata da giganti con gli occhi da bambini.
Una Terra che dista da noi millenni.